San Paolo

CHI ERA SAN PAOLO? La biografia di san Paolo si ricava dalle sue lettere e dagli Atti degli Apostoli. Originariamente il suo nome era Saul o Saulo, che significa “il desiderato”. Nasce qualche anno dopo Gesù da una ricca famiglia della diaspora ebraica, nella città di Tarso, nell’odierna Turchia. Tarso era una città commerciale, ricca e piena di traffici, dove si incontravano varie culture e religioni, particolarmente vivace e animata da fiorenti scuole filosofiche. Il giovane Saul riceve una buona educazione: parla il greco come lingua madre assimilandone anche la tradizione culturale e, venendo da una famiglia ebraica, viene educato anche a tale cultura e apprende la lingua dei padri. Adolescente si reca a Gerusalemme per approfondire la conoscenza della parola di Dio alla scuola di Gamaliele, un grande rabbino, colto, raffinato e famoso. Benché abbia vissuto a Gerusalemme negli stessi anni in cui anche Gesù la frequentava, risulta che i due non si siano mai incontrati in vita. Finiti gli studi a Gerusalemme Saul ritorna nella propria patria, a Tarso, dove comincia ad esercitare il lucroso mestiere dei genitori che, probabilmente, è quello di fabbricanti di tende. Era questo un buon mestiere perché rivolto essenzialmente alla produzione e riparazione delle tende da viaggio e, in un mondo come quello antico mediorientale, avere delle tende dove pernottare per difendersi dal vento, dal freddo e dall’acqua era molto importante. Così questo giovane che torna da Gerusalemme a Tarso pieno di passioni e di ideali per la sua fede ebraica, si immerge nel lavoro, almeno per alcuni anni, nella bottega dei suoi genitori. Ma sopraggiunge improvvisa una crisi spirituale, un senso di insoddisfazione, un profondo ripensamento che lo spinge a tornare di nuovo a Gerusalemme: lascia così Tarso, il suo ambiente, il suo lavoro ed i parenti. Siamo nel periodo in cui Gesù è già morto e risorto: il mistero pasquale è compiuto, lo Spirito santo è sceso sugli apostoli, ha infiammato i loro cuori ed essi hanno cominciato a predicare l’Evangelo, la buona novella, la salvezza per il mondo che è la persona di Cristo. Il crocifisso è risorto, ha vinto la morte, ha reso efficaci e vere le sue parole: l’uomo è redento, riscattato, il Regno di Dio Padre è presente, Gesù è veramente il figlio di Dio, il Salvatore del mondo. Siamo quindi dopo l’anno 33 e a Gerusalemme Paolo è attratto dai farisei, un gruppo religioso pio, colto, innovativo ed aperto nell’interpretazione ed osservanza della Scrittura sacra, a differenza dei sadducei, altro gruppo formato da ebrei molto conservatori e chiusi ad ogni novità. I sadducei, di discendenza aristocratica e sacerdotale, erano rigidamente osservanti dei primi cinque libri della Bibbia ebraica, non riconoscevano la risurrezione dei morti ed erano molto propensi al compromesso politico con i dominatori romani. I farisei ammettevano anche altri libri della Bibbia, riconoscevano la resurrezione dei morti, non erano molto propensi a compromessi politici. Non a caso, nelle sue lettere, Paolo si vanterà di essere stato fariseo. E’ così che il giovane Saul, ripieno di entusiasmo per la religione dei padri lascia il suo agiato mestiere, il tepore della sua casa ed i suoi parenti per dedicarsi interamente al servizio della Parola di YHWH. Dobbiamo pensare a questo contesto per capire il suo primo rapporto con la comunità cristiana: il fariseo Saul sente e vive come una tremenda eresia la nascita di quel piccolo gruppo formato dai cristiani che, nei primi tempi, vivono all’interno dell’ebraismo e che gli ebrei chiamano il gruppo dei Minim, cioè degli eretici. Queste persone predicano la resurrezione di un crocifisso, che si era proclamato addirittura figlio di Dio, presentato come il Messia: una dottrina scandalosa, inaccettabile per il pio fariseo.

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